
La stagione estiva degli anime è cominciata, ma per Crunchyroll non è stata certo un’apertura brillante. Tra gli episodi più discussi c’è quello di debutto di Necronomico and the Cosmic Horror Show, una nuova serie che avrebbe dovuto attirare i fan dell’horror cosmico, ma che invece è finita al centro di una polemica per l’uso non autorizzato di sottotitoli generati da intelligenza artificiale.
Tutto è partito il 1° luglio, quando un utente su Bluesky ha segnalato una riga di dialogo nella versione tedesca dell’episodio che iniziava con la frase “ChatGPT said…”. Il riferimento esplicito a uno strumento AI durante una scena chiave ha immediatamente sollevato dubbi sulla qualità e sull’origine della traduzione. Poco dopo, la testata Engadget ha confermato che i sottotitoli erano effettivamente frutto di una traduzione automatica mal gestita, e che anche la versione inglese presentava numerosi problemi di coerenza e punteggiatura.
Crunchyroll, interpellata sulla vicenda, ha dichiarato che i sottotitoli sono stati forniti da un fornitore esterno e che l’uso dell’AI viola gli accordi contrattuali. La piattaforma ha assicurato di aver avviato un’indagine interna e di essere già al lavoro per correggere l’errore. Tuttavia, le scuse non sono bastate a placare la rabbia degli abbonati: con un costo minimo di 8 euro al mese, molti utenti si aspettano un servizio professionale e contenuti di qualità, soprattutto dopo l’acquisizione da parte di Sony.
L’ironia della situazione è evidente: proprio l’anno scorso, il presidente Rahul Purini aveva dichiarato che Crunchyroll stava testando strumenti AI per sottotitolare gli anime più rapidamente e combattere così la pirateria. Invece, il risultato è stato l’opposto: sempre più fan dichiarano di rivolgersi ai fansub non ufficiali, considerati più accurati e curati. Su Reddit e social media, centinaia di utenti descrivono le traduzioni AI come “inguardabili”, e non mancano richieste di rimborsi.
Il caso di Necronomico and the Cosmic Horror Show solleva un tema importante per l’intero settore: può davvero l’intelligenza artificiale sostituire il lavoro umano nella traduzione di contenuti culturali così delicati? In questo caso, la risposta sembra essere un secco no. Tradurre non significa solo convertire parole da una lingua all’altra, ma cogliere toni, contesti e sfumature che le AI, almeno per ora, faticano a replicare.
La speranza è che Crunchyroll tragga una lezione concreta da questo incidente e torni a valorizzare i traduttori professionisti, evitando di compromettere ulteriormente la fiducia di una community che, fino a pochi anni fa, era tra le più fedeli al servizio.