
Secondo quanto riportato da Bloomberg, Apple starebbe considerando di affidarsi a Gemini, il modello di intelligenza artificiale sviluppato da Google, per alimentare la nuova versione di Siri. La notizia sorprende, dato che Apple ha sempre puntato sull’indipendenza tecnologica, ma testimonia le difficoltà incontrate dall’azienda nel rilancio della propria assistente vocale.
Siri tra ritardi e difficoltà
Il progetto “Apple Intelligence” ha introdotto diverse novità con iOS 18, ma la versione aggiornata di Siri capace di interagire con i dati personali e agire direttamente nelle app non è stata pronta per il debutto. Apple ha ammesso il ritardo a marzo 2025, spostando il lancio al 2026. Nel frattempo, le difficoltà hanno portato a riorganizzazioni interne e alla valutazione di partnership esterne.
I due progetti interni: Linwood e Glenwood
Stando a quanto rivelato, Apple sta sviluppando due varianti della nuova Siri: una, denominata Linwood, basata su modelli proprietari; l’altra, Glenwood, che invece sfrutterebbe tecnologie di terze parti come Gemini. Al momento non è stata presa una decisione definitiva, ma l’azienda starebbe valutando quale approccio sia più efficace per garantire un assistente vocale realmente competitivo.
Gemini come possibile soluzione
Con il lancio del Pixel 10, Gemini ha dimostrato di poter offrire funzioni simili a quelle promesse da Apple per il nuovo Siri, e questo potrebbe rendere la collaborazione tra le due aziende una scelta pragmatica. La versione del modello che Apple prenderebbe in considerazione verrebbe eseguita sui propri server attraverso il sistema “Private Cloud Compute”, così da garantire un livello aggiuntivo di sicurezza e mantenere il controllo sui dati degli utenti.
Apple e il rischio di dipendere da Google
Affidare una tecnologia chiave a un concorrente diretto appare in controtendenza rispetto alla filosofia storica di Apple, ma la pressione per offrire un assistente vocale all’altezza delle aspettative sembra spingere l’azienda a soluzioni più flessibili. Inoltre, Apple aveva già valutato possibili collaborazioni con OpenAI e Anthropic, segno di una strategia aperta a più opzioni.
Se la scelta ricadrà davvero su Gemini, Apple si troverebbe in una posizione simile a Samsung, che con Galaxy AI utilizza un mix di modelli proprietari e di Google. In ogni caso, l’obiettivo resta quello di lanciare entro il 2026 un Siri rinnovato e finalmente in grado di competere con i principali assistenti AI sul mercato.